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Kung Hei Fat Choi

Yan Pei-Ming

Date
25.03.2024 | 11.05.2024
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COMUNICATO STAMPA

Forse uno dei segreti meglio tenuti di Hong Kong, l'isola ospita un santuario improvvisato di centinaia, se non migliaia, di statue di ceramica, vetro e argilla del Buddha e di altre divinità protettrici. Depositate - mai scartate - in una sezione rimossa di uno dei parchi dell'isola, siedono di fronte al mare, con le loro sagome divine che spuntano dai pendii e guardano verso l'orizzonte come se stessero sorvegliando i loro proprietari perduti da tempo.

Incantata dagli sguardi benevoli e sorridenti dei Buddha e dal senso di realtà sospesa che emana dal loro modesto rifugio, questa scoperta si è gradualmente imposta come soggetto inevitabile del nuovo lavoro di Yan Pei Ming.


Intitolata Kung Hei Fat Choi che si traduce come "un augurio di prosperità", questa mostra è la sua seconda personale a Hong Kong segnando un nuovo capitolo nella lunga collaborazione dell'artista con la galleria.

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Budai
2024
Yan Pei-Ming

Conosciuto soprattutto per i suoi ritratti straordinariamente dettagliati di figure iconiche raffigurate in combinazioni di bianco e grigio, rosso o blu, questi dipinti, ad oggi, sono i lavori piu spirituali di è corpo di Yan Pei-Ming.


Per quanto statiche possano essere le statue, Yan Pei-Ming le fa rivivere: rese con le sue pennellate dinamiche, queste divinità prendono vita attraverso il suo pennello, colte in un momento di gioia o di beatitudine meditativa. Lo sfumato che avvolge i dipinti infonde ai loro ritratti una qualità onirica: in realtà, questa nebbia diffusa è il fumo dell'incenso acceso nel giardino per le statue. Questo è il modo in cui Yan Pei-Ming fa sottilmente allusione a una presenza umana nei dipinti.


Articolate come una costellazione di ritratti individuali gravitando attorno a un dipinto centrale di grandi dimensioni di 2,5 metri per 4, queste opere prevalentemente blu cobalto operano un sottile stravolgimento della ritrattistica: solitamente dipingendo a partire da immagini preesistenti, Yan Pei-Ming si è trovato non solo a ritrarre le sculture come soggetti, ma anche a dover riprodurre i loro volti dipinti sulla tela. In un certo senso, ognuno di questi dipinti contiene un altro dipinto al suo interno.

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Inserendo la sua storia personale nella narrazione delle opere, Yan Pei-Ming affronta i temi del restare e dell'andarsene, del perdere e del ritrovare, dell'aldilà, dell'individuale e dell'universale: ogni dipinto incarna verità divergenti. Le statue, un tempo riverite dalle famiglie nelle loro case, sono state abbandonate per ragioni sconosciute e depositate nel parco in un ultimo atto di riverenza. Guardando il mare, proteggendo i loro proprietari, il loro potere non diminuisce, anzi. Da spiriti solitari e domestici diventano una forza protettiva collettiva, in un santuario a cielo aperto, a disposizione di tutti.


Dipingendo queste divinità sorridenti e meditative su sfondi astratti, Yan Pei-Ming le estrae ancora una volta dal loro contesto del parco, ma questa volta trasponendole in pittura, permettendo loro di viaggiare oltre la terra e il mare, dando loro la sua versione di una nuova dimora per l'eternità.

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Yan Pei-Ming

Yan Pei-Ming è nato a Shanghai nel 1960; vive e lavora tra Digione, Parigi e Shanghai.


Fin dall'inizio della sua carriera Pei-Ming si è distinto per il suo interesse nei confronti della figura umana e della ritrattistica. Si è fatto conoscere a livello internazionale per le sue opere monumentali raffiguranti personaggi storici come Mao Zedong, il Buddha, il Papa e Bruce Lee, esplorando anche temi personali attraverso autoritratti e rappresentazioni della sua famiglia.


L’artista utilizza un pennello lungo e grande come un mocio per creare le sue immagini iconiche, stratificando i colori a olio ancora bagnati, a partire da una tavolozza di colori monocromatici a due toni bianco e nero o rosso e bianco.


Le opere di Yan Pei-Ming sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra cui: National Gallery of Australia, Canberra; Heidi Horten Collection; S.M.A.K. Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Gand; Guangdong Museum of Art, Guangzhou; Shanghai Art Museum, Shanghai; Yuz Museum, Shanghai; Centre Pompidou, Parigi; Collection Lambert en Avignon, Avignone; Fondation François Pinault, Parigi; Fondation Louis Vuitton, Parigi; Fonds Régional d'Art Contemporain de Bourgogne, Dijon; Institut d'Art Contemporain, Villeurbanne; Le Consortium, Dijon; Les Abattoirs / FRAC Midi-Pyrénées, Toulouse; Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, Paris; Musée des Beaux-Arts, Dijon; Musée des Beaux-Arts, Rennes; Musée Paul Valéry, Sète; Collection Deutsche Bank, Frankfurt; Kunsthalle Mannheim, Mannheim; Museum Ludwig, Colonia; Banca Popolare di Bergamo, Bergamo; Collezione Fondazione San Patrignano, Rimini; GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo; MAXXI - Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, Roma; The National Museum of Modern Art, Tokyo; Qatar Museums Authority, Doha; Sonje Museum of Contemporary Art, Kyongju; Wooyang Museum of Contemporary Art, Gyeongju; Centro de Arte Contemporáneo, Málaga; Voorlinden Museum, Wassenaar; Louvre Abu Dhabi Museum, Abu Dhabi; Academy of Arts, Honolulu; Honolulu Museum of Arts, Honolulu; The Hawai'i State Foundation on Culture and the Arts, Honolulu; TIA Collection, Santa Fe.


Le opere di Yan Pei-Ming sono state incluse nella Biennale di Lione (1997, 2000); nella Biennale di Venezia (1995, 2003); nella Biennale di Siviglia (2006); nella Biennale di Istanbul (2007); nella Biennale di Bangkok (2018).

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