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Hier, Oggi

Date
11.04.2018 | 13.07.2018
File
OTHER

La galleria Massimo De Carlo è lieta di presentare Hier, Oggi, una mostra personale dell’artista francese Bertrand Lavier con cui Massimo De Carlo collabora dai primi anni ‘90.

Bertrand Lavier si è imposto sulla scena internazionale dell’arte contemporanea per la sua riflessione sulla pittura astratta e sulla scultura. Con sagacia e ironia Lavier ha rielaborato l’idea di quadro e di opera d’arte attraverso ibridazioni e giustapposizioni che partono dai suoi ideali sul consumismo e sul diritto d’autore, maturati a partire dalle vicende tumultuose del ‘68 parigino.

Il gesto è fondamentale nell'opera di Bertrand Lavier e nei suoi lavori l'elemento pittorico definisce contenuto e contesto. La mostra Hier, Oggi, è strutturata come una retrospettiva - deliberatamente incompleta e frammentaria - per la quale l'artista ha selezionato una serie di opere appartenenti a diversi periodi della sua carriera, dal 1983 a oggi. Le opere realizzate appositamente per la mostra sono accompagnate da memorabili esempi della sua arte dei primi anni Ottanta.

Nella prima sala della galleria un contrasto cromatico definisce la disposizione dei lavori più datati da una parte e più recenti dall’altra. Una serie di opere di colore rosso, alcune delle quali create appositamente per questa mostra, testimoniano l'interesse di Lavier per l’esplorazione del colore e per l'esperienza aurale dell'astrazione; Bertrand Lavier non crede all'idea, nata dall'arte concettuale, di un linguaggio come "equivalente universale": la realtà infatti si sottrae al linguaggio che cerca di definirla; la parola "rosso", per esempio, non coincide con una realtà precisa, ma con almeno due diversi colori, come dimostrato dall’opera Vermillon par Golden, Pēbēo et Bertrand Lavier (2018).

La ricerca sull’idea di industria, sul consumismo e sulla riproduzione delle immagini è la chiave narrativa per decodificare il rapporto di Lavier con le arti e gli oggetti, esemplificata nella seconda parte della sala. Le opere in mostra dei primi anni Ottanta, Novanta e Duemila, come Formica Red (1983), Timex (1987), Charles Eames Chair (2002) e SMEG (2002) sono emblematici della capacità di Bertrand Lavier di trasformare un oggetto attraverso il gesto pittorico, sfidando e sperimentando il concetto duchampiano di Ready Made. Allo stesso modo Peinture Blanche et Dorée N°3 oscilla tra l’essere un oggetto dipinto e un dipinto astratto.

La complessità e la ricchezza dell’universo formale dell’artista portano la sua sperimentazione dell’ibridazione fino ad interrogarsi sulla differenza tra pittura e scultura, pittura e fotografia, realtà e immaginazione, linguaggio e oggetto, copia e originale. Così in Colonne Lancia (2017), una colonna di pietra incorpora al suo interno il fanale di un’automobile Lancia, ricordando la pratica dell’innesto botanico e mettendo in discussione le categorie di storia e di objet trouvé. La stessa indagine sull’ibridazione si ritrova negli oggetti sovrapposti come nella scultura Husqvarna / Art Déco N°1 (2012): in quest’opera i due oggetti, diversi tra loro e appartenenti a epoche diverse, non si toccano e fluttuano uno sopra l’altro evocando quello che l’artista chiama “il fallimento del ready made”.

Nella seconda sala della galleria, Bertrand Lavier ha scelto di affrontare la tematica del tempo, cruciale per l’intera mostra, selezionando una serie dei suoi celebri dipinti a specchio. L'artista copre ogni specchio con una vernice colorata o un particolare tipo di pittura trasparente spessa: l'artista sfuma il nostro riflesso, trasfigurando la realtà e trasportandoci in una dimensione confusa ed eterea. Per realizzare i suoi specchi l'artista ha scelto tre stili diversi di cornice (barocco, art déco e contemporaneo) così da rappresentare il passare del tempo nella storia dell'arte e nella nostra vita.

Bertrand Lavier è un esploratore infaticabile della realtà e attraverso la sua opera mette in dubbio l’identità dell’artista, il suo rapporto con il mondo e il proprio ego. Le opere di Bertrand Lavier sono una sfida sorridente ma mai compiaciuta alle regole codificate del sistema dell’arte e della cultura.

Bertrand Lavier

Bertrand Lavier (nato nel 1949, Châtillon-sur-Seine, Francia) è un artista francese con sede a Parigi e in Borgogna. Figura fondamentale nel movimento verso l'appropriazione artistica negli anni '80 e '90, Bertrand Lavier è forse meglio conosciuto per i suoi ready-made, creati ricoprendo oggetti industriali di uso quotidiano come frigoriferi, tavoli, pianoforti e mobili con uno strato di vernice impastata. Si appropria di oggetti e immagini onnipresenti per riposizionarli come elementi in una critica strategica del consumismo, delle abitudini visive profondamente radicate e delle istituzioni artistiche. Ferocemente critico nei confronti della feticizzazione dell'oggetto d'arte, Lavier considera il suo lavoro pienamente realizzato solo come mostra, come una costellazione di opere che generano significato esclusivamente attraverso le loro interrelazioni.


Le sue opere si trovano in importanti collezioni pubbliche, tra cui quelle del Centre Pompidou di Parigi, del MOCA Grand Avenue a Los Angeles, del Museo Nazionale d'Arte Moderna di Tokyo a Tokyo e dello Stedelijk Museum di Amsterdam.