I want to buy unseen eyes
Hejum Bä
"Le società sono sempre state plasmate più dalla natura dei media con cui comunicano che dal contenuto della comunicazione stessa".
- Marshall McLuhan
Nel film Arancia Meccanica di Stanley Kubrick, una delle scene più iconiche ritrae Alex, il protagonista afflitto da un'insaziabile sete di "ultraviolenza", sottoposto alla "tecnica Ludovico", una forma di terapia dell'avversione in cui gli occhi vengono forzatamente aperti mentre è obbligato a guardare una serie di filmati graficamente violenti e inquietanti.
La prima mostra personale di Hejum Bä a MASSIMODECARLO Hong Kong porta un titolo provocatorio - un cenno al meme coreano virale su Internet - I want to buy unseen eyes (Voglio comprare occhi non visti), che fa riferimento al flusso costante di contenuti consumati nell'era digitale, che lo si voglia o no. Questi pensieri, sentimenti ed emozioni vengono riportati sulla tela dall’artista.
I dipinti di Hejum Bä non sono disposizioni casuali di linee e colori. Rappresentano piuttosto una meticolosa dissezione e astrazione delle peculiarità delle nostre esperienze contemporanee. Vivendo a Seoul e lavorando nel distretto di Gangnam, noto anche come cuore finanziario della città, Hejum Bä osserva e ascolta ciò che la circonda. Per l'artista, l'apparente schizofrenia della vita moderna non è né estranea né bizzarra, ma piuttosto una musa familiare.
Nella pittura A Bitcoiner's Hope (2024), campi di colore complementari sono circoscritti da specifici schemi di linee che imitano le visualizzazioni dei grafici utilizzati nelle applicazioni bancarie. In quest'opera, Hejum Bä esplora l'impatto del Bitcoin in Corea del Sud, dove la tendenza ha visto innumerevoli persone investire i propri risparmi in criptovalute.
L'uso delle linee come tema estetico chiave nell'opera di Hejum Bä deriva dall'osservazione dei modelli di sblocco degli smartphone. In Heavy Swipe to Unlock (2024), due spesse linee verdi imitano il percorso che le nostre dita seguono istintivamente grazie alle abitudini radicate nella tecnologia moderna. Il termine heavy - pesante non solo suggerisce la fisicità del gesto, ma evoca anche una sensazione fondamentale che Bä imputa ai suoi dipinti: poiché la nostra vita digitale privilegia la fugacità, abbiamo bisogno di peso e pesantezza come controparte di base per identificarci.
L'idea di rendere il suo lavoro come un'ancora pittorica contro la frenesia della nostra vita apre un altro concetto chiave nella ricerca di Hejum Bä, il "puro ottimismo". Intendendo l'ottimismo in contrapposizione alla positività, l'artista intende utilizzare il primo come base mentale su cui costruire, laddove il secondo è spesso imposto come un atteggiamento necessario nel capitalismo moderno.
Nella pittura An Affirmation (2024), Hejum Bä riflette sulla recente tendenza psicologica di usare parole di affermazione positiva per motivare e rimanere produttivi e in buona salute nonostante le difficoltà che affrontiamo quotidianamente. Sheer Optimism (2024) e An Uplifting Painting(2024) incarnano entrambi questa esplorazione dell'ancoraggio e della presentazione di un forte e profondo sentimento di speranza. Le gocce invertite della seconda opera creano un motivo edificante, poiché l'artista presenta il dipinto capovolto.
La mostra di Hejum Bä da MASSIMODECARLO Hong Kong è una duplice esplorazione della vita moderna: offre un commento obiettivo e non giudicante sulla nostra condizione attuale. Dal suo studio di Gangnam, Hejum Bä osserva e indaga, spesso enfatizzando ciò che vede; perché alla fine "stiamo tutti cercando di tirare avanti", una sovrastimolazione dopo l'altra.
È in virtù di questa comprensione che emerge un secondo livello di lettura del lavoro di Bä: i suoi dipinti diventano un’invitante evasione, dove l'astrazione serve come strumento di empatia, le linee ci collegano al nostro presente e i colori ci portano oltre la realtà. Solo i titoli, con le loro spiritose didascalie, rivelano l'intrinseca dualità del suo lavoro.
– Valentina Buzzi, scrittrice e curatrice
Artista
Hejum Bä è nata a Seoul nel 1987. Vive e lavora a Seoul, Corea del Sud.
La pratica di Hejum Bä mira a convertire i vocabolari della pittura astratta negli indici di cripticità di alcuni aspetti della comunicazione odierna, che si manifestano nell'uso frequente di dispositivi digitali. L'astrazione in campo cromatico di Hejum Bä traccia la nostra posizione mutevole nei confronti di vari tipi di immagini e della loro circolazione come forma di informazione. Hejum Bä considera la pittura la scala di misurazione delle nostre relazioni con la sfera digitale, nel tentativo di mobilitare i suoi elementi come valori visivamente semantici, collocando forme atipiche e colori primari in specifiche relazioni strutturali. Attraverso la dinamica delle forme e dei colori, l'artista cerca di creare una catena di significati criptici. Come sintetizza il curatore Eunjun Lee: "I dipinti di Hejum Bä possono essere qualsiasi cosa e rimangono un mistero inafferrabile. Tuttavia, aprono il mondo dentro di noi e ci spingono a chiederci da dove provengano le forme dei nostri primi disegni a pastello. E la risposta rimane un enigma".
Laureata presso il programma di pittura/pittura della Ewha Women's University (Seoul) e diplomata presso la Stuttgart State Academy of Art and Design, è ora iscritta al Practice-based Rese-arch Program della Bauhaus University (Weimar, Germania).
Tra le mostre personali più recenti ricordiamo MASSIMODECARLO Pièce Unique (2023), una presentazione per il settore Focus Asia di Frieze Seoul (2022), Kumho Museum of Art (2021), SeMA Storage (2021), OCI Museum of Art (2018), e ha partecipato a diverse mostre collettive tra cui Young Korean Artists 2021 al MMCA, DOOSAN Gallery, HITE Collection, Whistle gallery e Hakgojae Gallery.