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Il Merda - parte prima (paesaggi)

Diego Perrone

Date
17.04.2009 | 23.05.2009
Location
Massimo De Carlo, Milano
“Il mondo di Perrone è popolato di oche in cattività, di re che ridono, di manga che arrossiscono, di anziani che tengono in mano delle corna, di corna immense fatte di marmo, di un piccolo orecchio intagliato in un osso, di due amanti che si tagliano un orecchio, di buchi scavati nella terra, di forme mostruose uscite da dei buchi profondi, di un viso di madre che diventa un mostro triangolare, di un cane vecchio che muore, di un vecchio comico che si spoglia, e molto altro ancora.”Luca Cerizza, “Troppo strano per morire. Movimento in tre parti e comunque incompleto” in La mamma di Boccioni in ambulanza e la fusione della campana catalogo della mostra, MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, Bologna, a cura di Charlotte Laubard, Andrea Villani, Milano, Skira, 2007. Il Merda - parte prima (paesaggi) è il risultato di un percorso creativo, di diverse fasi, tappe e strati di lavoro che si avvicendano, che si sommano e si compensano, probabilmente senza avere mai fine. Diego Perrone trae ispirazione da Petrolio, romanzo incompiuto di Pierpaolo Pasolini, e dai quadri di Mario Sironi, con la volontà precisa di rendere concreta, attraverso la scultura, quella periferia, quel paesaggio vuoto e desolante che Pasolini ha descritto e Sironi ha rappresentato. Diego Perrone sceglie due quadri di Mario Sironi (Il gasometro del 1943 e Paesaggio urbano e camion del 1919), prendendo in considerazione di uno il cielo e dell'altro gli edifici. Dall'isolamento di questi differenti elementi nascono due sculture che danno una concretezza, assolutamente visionaria, a quello che Sironi ha raffigurato nei suoi quadri. Un'ulteriore tappa del lavoro porta Perrone ad intervenire su due foto (una, stampata su forex, diventa una vera e propria scultura) che, oltre a documentare il lavoro, diventano anch'esse parte integrante di quel processo creativo che fa presumere che questa è solo una prima parte.Nato ad Asti nel 1970, Diego Perrone vive e lavora tra Asti, Milano e Berlino. Tra le mostre personali più recenti: La mamma di Boccioni in ambulanza e la fusione della campana presso il CAPC Musèe d'Art Contemporain, Bordeaux, e il MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna (2007); Totò nudo e la fusione della campana presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino (2005). Tra le collettive: Italics: Arte Italiana fra Tradizione e Rivoluzione, 1968-2008 presso Palazzo Grassi a Venezia (2008); Apocalittici e integrati. Utopia nell'arte italiana di oggi presso il MAXXI - Museo delle Arti del XXI Secolo di Roma (2008), The Shapes of Space presso il Guggenheim Museum di New York (2007), Of Mice and Men, 4th Berlin Biennial for Contemporary Art di Berlino (2006); La zona, Padiglione Italia, 50. Esposizione Internazionale d'Arte La Biennale di Venezia, Venezia (2003).
Diego Perrone

Diego Perrone è nato ad Asti nel 1970. Vive e lavora tra Milano e Asti.


La visione e la poetica universali di Diego Perrone sono profondamente radicate nel particolare fascino misterioso delle vite di provincia e di periferia. Vita rurale e paesaggi spaventosi e nebbiosi dove, tra le colline, si trovano piccole ville brutaliste, epicentro dell'artista di ogni nevrosi. Perrone sfida queste esistenze psicotiche, ma apparentemente impeccabili, entrando e uscendo in punta di piedi da uno stordimento surreale abitato da macchinari agricoli, pesci e forme misteriose.


Il lavoro di Diego Perrone è stato inserito nella 53a Biennale di Venezia, a cura di Massimiliano Gioni -Il Palazzo Enciclopedico, Venezia (2013).

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