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Light Holding

Jenna Gribbon

Date
20.01.2022 | 26.02.2022
Galleria
London
File
PRESS RELEASE
FLOORPLAN
Vlcsnap 2023 06 20 15h42m43s965
Vlcsnap 2023 06 20 15h46m54s519

MASSIMODECARLO è lieta di presentare Light Holding, la prima mostra personale dell’artista Jenna Gribbon a Londra e con la galleria. I dipinti di Jenna Gribbon indagano i sentimenti umani attraverso l’esplorazione dell’intimità dell’artista - per lo più reale e solo talvolta fittizia - e le implicazioni del guardare e dell'essere guardati. Nelle opere della mostra il punto di vista all’interno del quadro è sempre quello dell'artista stessa: i visitatori sono incoraggiati non solo ad osservare il soggetto, ma anche a sperimentare il punto di vista dell’artista. Costretti nella posizione di spettatori, diventiamo consapevoli del nostro ruolo nel rapporto triangolare tra artista, soggetto e spettatore.

Seppur tutte le opere esposte in Light Holding esplorino il rapporto stretto tra Gribbon e la sua partner Mackenzie Scott e suo figlio, la mostra si articola in tre serie, dettate dalle dimensioni, dallo stile e dai ruoli ricoperti dal soggetto, artista e spettatore. Anche la materia pittorica, che Gribbon plasma con consapevole abilità, è applicata con pennellate che si allentano e si allargano in sintonia con la dimensione crescente delle opere.

Le rappresentazioni maggiormente rivelatrici dell'intimità si trovano nelle opere di piccole dimensioni: quadri diretti e autentici della vita domestica. Scott appare inconsapevole del proprio ruolo di soggetto, permeando i ritratti di un’atmosfera di verità. L’assenza di azione nelle scene trasforma l’osservatore in un voyeur, mentre l’illuminazione soffusa sottolinea la mancanza di messa in scena. La dimensione dei dipinti ci costringe ad avvicinarci scomodamente per scrutare una vita che non è la nostra. Il palpabile disagio fisico di Scott nelle scene, come l’irritazione oculare (Something in her eye, 2021), rispecchia l'inquietante sensazione di essere guardato inconsapevolmente.

Le opere della serie scape sono costruzioni più grandi di momenti intimi, basati sia sul mondo reale che su quello immaginario. Le medie dimensioni e le energiche pennellate visibili rendono Mackenzie statuaria e imponente, conferendole un’aura attiva che le è negata nelle opere più piccole; ci guarda, quasi sfidandoti, a prendere parte all'intimità della coppia.

La presenza del corpo dell'artista in primo piano sembra invitare lo spettatore ad occupare la sua posizione intrecciata con il corpo di Scott, ma le loro composizioni fisiche sono difficili da decifrare essendo pose apparentemente improbabili, se non impossibili.

I riferimenti astratti alla storia dell’arte che si scorgono sullo sfondo delle opere alludono alle immagini che popolano l’immaginario dell’artista. Sebbene lo spettatore assista ad un momento di intimità scenografica, Gribbon assume un punto di vista più onesto in queste opere: i titoli rendono esplicita la costruzione delle scene, momenti ispirati da luoghi fisici e metafisici della vita dell’artista.

Al contrario, le opere della serie clamp light (luce a morsetto) nascono attraverso un processo di decostruzione. Sono studi grammaticali, che scompongono le dinamiche tra artista, spettatore e soggetto. L’importanza attribuita alla luce in queste opere è marcatamente teatrale e performativa e gioca con il tradizionale ruolo formale della luce catalizzatrice di colore. La luce non proietta il suo bagliore drammatico da un punto fuori dalla tela, ma piuttosto viene portata al centro della scena, svelando i meccanismi di realizzazione dell’opera, con i soggetti illuminati da una semplice luce a morsetto da studio. Chi sostiene la fonte luminosa nel quadro gioca un ruolo attivo: è una manifestazione fisica dello sguardo. Quando la luce è puntata dall'artista, illumina e si impone sul soggetto costringendolo a socchiudere gli occhi e a ripararsi dal disagio che provoca; quando è il soggetto a reggere la luce, la visione dell'artista e dello spettatore viene oscurata poiché viene negata la piena comprensione della scena. Con i riflettori puntati sullo spettatore, l'equilibrio viene capovolto, si agita uno sguardo indagatore, che fa sorgere il dubbio di essere veramente desiderati, o necessari, nella scena.

L'artista

Jenna Gribbon

Jenna Gribbon

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