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Otto volante

Gelitin

Date
05.02.2004 | 30.03.2004
Location
Massimo De Carlo, Milano
Otto volante è il lavoro presentato da Gelatin. La complessa struttura in legno è progettata e costruita interamente dai quattro componenti (Ali, Florian, Tobias, Wolfgang) del gruppo viennese nato nel 1990. Sarà un sedile imbottito rivestito in velluto color carciofo a condurre chi vorrà sperimentare il volo. Non esistono disegni tecnici, ma un semplice modello. Gelatin ha attinto le formule matematiche da Internet (The Most Often Used Calculations; Orizontal Curves and Turns; Calculation alghorithm to calculate a change in velocity associated with a change in heigth ecc.): la perizia e la conoscenza dei materiali hanno poi reso possibile affrontare la realizzazione dell'immensa struttura.I bricolages di Gelatin hanno quasi sempre a che fare con l'esperienza sensoriale e spesso le strutture o le macchine che costruisce sono atte a ricreare forti emozioni o esperienze vissute (cfr. ad esempio l'installazione "Hugbox", presentata alla Biennale di Liverpool del 1999 o "Die totale Osmose" alla 48. Biennale di Venezia, 2001). In questi casi lo spettatore viene coinvolto in modo pressochè totale. Altre volte la struttura diventa un luogo circoscritto all'interno del quale i quattro membri del gruppo inscenano azioni dagli esiti fortemente esilaranti come in "Gelatin is getting it all wrong again" (Leo Koenig Gallery, settembre/ottobre 2001), o dissacratori come in "Manege frei! a.k.a. gelatin at the shore of lake pipi kaka", (Lecture, Frieze Art Fair, London 2003).Il gruppo Gelatin si pone come nuova espressione dell'Azionismo Viennese lontana dalla feroce violenza degli atti di Hermann Nitsch e Rudolf Schwarzkogler. Nuovi ispiratori di un forte senso ludico, essi mantengono vivo un dissenso con la civiltà industriale e consumistica, permeata dalla standardizzazione, pur evitando il ricorso a posizioni contestatarie o sprezzantemente ironiche. Per le loro opere impiegano materiale riciclato, legno, oggetti di recupero, che sapientemente assemblati danno forma a strutture intelligenti come "La torre" ("Percutaneous deligth", PS 1 N.Y. 1998) costruita interamente con mobili in legno trovati e percorribile al suo interno fino alla sommità. In altre occasioni arrivano ad adottare soluzioni estreme, come quando l'opera è fatta da corpi di persone come in "Human Elevator" (Schindlerhouse, Los Angeles, 1999) o ancora in "Slund" (Marstall, Monaco di Baviera, 2001).Gelatin rappresenta un modo di essere altro, le sue performances, i video, i libri, le foto i suoi buffi e gioiosi mostri, le sue architetture suggeriscono una costante ricerca tesa ad esaltare una pulsante energia che percorre tutti i suoi lavori. Alla fortissima valenza ludica percepibile non solo nei pupazzi, ma anche in alcuni video, si accosta un ritorno alla spensieratezza dell’età, fanciulla che si traduce in opere, come "Insect" o in "B is for Bears", felicemente sospese tra fiaba e realtà.A queste si alternano momenti altrettanto intensi, ma silenziosi e contemplativi come negli ultimi lavori fotografici, che vengono presentati in mostra e che, ambientati in Australia, paiono alludere ai tre regni della natura e alla totale integrazione dell'uomo in essa.Gelatin presenterà in giugno un lavoro all'Istituto di Arte Contemporanea di Sofia in Bulgaria. Nel 2005 ha in programma una mostra al Centre Pompidoux di Parigi.

L'artista

Gelitin

Gelitin

Gelitin Mgbab R