STI 01

Rudolf Stingel

Date
16.09.2014 | 08.11.2014
Location
Massimo De Carlo, Milano
File
OTHER

La galleria Massimo De Carlo inaugura la sua stagione espositiva il 16 settembre con una nuova mostra personale di Rudolf Stingel.

Le opere di Rudolf Stingel coinvolgono il pubblico in un dialogo sulla percezione dello spazio, del tempo e della materia in equilibrio instabile tra azione e reazione, partecipazione e passività, assenza e presenza.

Con un corpo di lavori eterogeneo e multiforme, Stingel sfida la spazialità dell’opera ed evoca nuove dimensioni simboliche anche attraverso l’uso di colori preziosi come l’oro e l’argento, arrivando a una forma di elegante astrazione. Utilizzando altri supporti come il polistirolo o la moquette, Rudolf Stingel approfondisce il rapporto tra la pittura e lo spazio e fin dall’inizio degli anni ’90 sviluppa una serie di opere che esplorano il processo della creazione: avvolge e ricopre le pareti e i pavimenti degli spazi espositivi, trasformandone l’architettura in spettacolari tele dipinte.

Rudolf Stingel presenta a Milano due nuovi corpi di lavoro. Nella prima sala della galleria Massimo De Carlo grandi pattern paintings dominano lo spazio. I dipinti riprendono il decoro di una tappezzeria barocca, per la prima volta su fondo magenta: il motivo si ripete ugualmente su ciascun dipinto eppure ogni tela risulta diversa nelle sue imperfezioni. L’intensità del decoro in argento si modifica ogni volta, facendo emergere il fondo con dettagli sempre nuovi. La preziosità materica che trabocca da ciascun lavoro lascia l'opera in sospeso tra pittura e decorazione.

Nella seconda sala un solo grande lavoro impone un ritmo unico allo spazio. Le lastre che compongono questa opera imponente sono il risultato del calco di pannelli isolanti di celotex, come quelli che Stingel ha utilizzato in passato per rivestire le superfici di musei e gallerie, sulle quali il pubblico poteva interagire lasciando tracce, firme e segni. Qui per la prima volta Stingel realizza un calco di parete intonsa prima dell’interazione del pubblico, in rame e poi cromato al nickel, creando un'unica superficie riflettente apparentemente morbida al tatto eppure fredda e rigida.

Una serie di pannelli quadrati argento, realizzati con la stessa tecnica della grande opera al piano inferiore conclude il percorso espositivo al primo piano della galleria. Le matrici di celotex di questi lavori partecipativi sono state precedentemente disposte su un pavimento e calpestate, consumate, erose dal passaggio dei visitatori. Il peso dei corpi e i tacchi delle scarpe hanno lasciato la loro impronta e i loro solchi: l’attimo, il gesto, l'esitare di un passo e anche i dettagli più delicati risultano imprigionati nel metallo. La presenza dell’uomo e lo scorrere del tempo, palpabile e tangibile, vengono così catturati e cristallizzati in eterno in un frammento di materia.

L'artista

Rudolf Stingel

Rudolf Stingel

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