Swiss Cheese and The Doors: A One Night Stand
Nate Lowman
L’11 aprile inaugura, presso la galleria Massimo De Carlo, la mostra personale di Nate Lowman, dal titolo
Swiss Cheese and The Doors: A One Night Stand.
L’artista utilizza foto preesistenti, frasi, icone e linguaggi presi dai media, dalla vita quotidiana, dalla
propria mente e dai propri ricordi. Facendo ricorso a collage, citazioni e assemblaggi, come facevano a
partire dagli anni ‘60 artisti come Sigmar Polke, Cady Noland e Richard Prince, Lowman instaura una
personale e culturale identificazione con le immagini, attraverso un approccio formale e strategico.
Swiss Cheese and The Doors: A One Night Stand è un nuovo gruppo eterogeneo di lavori, pensato per
muoversi tra temi puramente narrativi in uno spazio empirico.
Compongono l’installazione dipinti realizzati attraverso una tecnica divisionista con smalti alchidici e
pittura a olio, un impianto di illuminazione dall’effetto teatrale, oggetti trovati e una nuova serie di tele
sagomate.
Swiss Cheese
La tela sagomata è un'invenzione che lascia spazio sia alla rappresentazione spaziale che pittorica.
Posizionando bulletholes o un cappello scarabocchiato di Topolino su un grosso pezzo di formaggio, essa
apre dimensioni culturali e storiche, assimilando o confondendo uno scherzo sofisticato con "arte
d’avanguardia".
(Swiss) Cheese, potrebbe incarnare in generale e come qui delineato, le forme linguistiche della polisemia
(parole con molteplici significati – in inglese può indicare le parole formaggio, pizza, pezzo grosso,
disdegnare, schifare), della metonimia (ciò che viene indicato non con il suo nome, ma con il nome di
qualcosa strettamente associato ad esso) e del cliché. Un'ulteriore serie di tele, sagomate come deodoranti
per auto e decorate con stelle e strisce, è inserita in un universo analogamente singolare: veicolo di
messaggi contrastanti, la loro intrinseca assurdità è resa attraverso l’associazione dei colori della bandiera
rastafariana, italiana o americana con i punti fuori registro, dipinti in maniera realistica imitando l’effetto
della stampa xerografica.
The Doors
Simbolo del passaggio che conduce alla mondanità e all’occulto, le porte recuperate e dipinte di Swiss
Cheese and the Doors sono reali e illusorie, rappresentano allo stesso tempo un ingresso e un empasse. E
come Swiss Cheese, il significato delle porte è ampio, spaziale e paradossale: spazi chiusi e nascosti, scorci
parziali che s’intravedono attraverso fori o lastre di vetro.
“Nessuno uscirà vivo da qui”, cantava Jim Morrison, le cui espressioni del volto, fiammeggianti e perse
dietro ad un miraggio, sono state riprese da Val Kilmer, sulla copertina del DVD, per l'omonimo film
biografico di Oliver Stone e qui dipinte. Il vero Jim Morrison è stato influenzato dalle tecniche
psicologiche e spirituali di cui è carico il teatro europeo sperimentale, ha alterato elementi della sua
esistenza per creare un personaggio che è diventato icona e che si è perso nell’etere.
One Night Stand
Nelle immagini di Nate Lowman, errori e brutti ricordi possono dissiparsi. La calma può essere ritrovata
nei momenti più concitati. Quando osservati alla lente d’ingrandimento, un ubriaco dondolante in un bar
affollato sembra calmo, o un penoso gioco sessuale appare puro e denso di significato. Le sue stampe
sovradimensionate, realizzate a getto d'inchiostro su tela, sono fotografie o frammenti di giornali,
ingranditi come fossero cartelloni, quasi a volersi integrare con le immagini incombenti e di grande effetto,
diffuse nelle strade delle città.
Scrostate e macchiate di vernice, le opere sono allo stesso tempo concrete e intuitive, come i componenti di
una lingua che, legati insieme, formano una grammatica alienata e allucinantee e dischiudono luoghi
inaspettati.