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The Yan Pei-Ming Show. Featuring Piotr Uklański, Maurizio Cattelan, Bruce Lee, Huang Yong Ping

Yan Pei-Ming

Date
21.09.2007 | 15.11.2007
Location
Massimo De Carlo, Milano
Yan Pei-Ming, artista cinese classe 1960, è invitato nuovamente negli spazi della Galleria Massimo De Carlo. Ed egli, a sua volta, estende l’invito, veste i panni di un eclettico anfitrione che apre le porte di casa affinché i suoi ospiti possano comodamente prendervi posto. Come in un vero e proprio show televisivo, l’artista è al centro di un dialogo ininterrotto con ciascuno dei suoi invitati.All’ingresso lo spazio è interamente occupato da Huang Yong-Ping, artista che condivide con Ming le origini cinesi e il successivo insediamento in pianta stabile in Francia, nonché le numerose mostre in cui i due artisti sono stati chiamati a esporre il loro lavoro - ultima fra tutte la decima edizione della Biennale di Istanbul appena inaugurata. Huang Yong-Ping si presenta con una installazione composita: Marché de Punya, un piccolo negozio orientale ricostruito minutamente, cui si accede dal retro, quasi di soppiatto. Vi si trovano esposti incensi e statuette, candele e talismani, offerte votive pronte all’uso, tutti oggetti di qualità modesta, forse un po’ kitsch, ma comunque simboli forti della devozione Made in China. Un elefante abbattuto e un cane a dimensioni reali completano l’installazione invadendo l’area circostante e, con la loro resa straordinariamente fedele sembrano incrementare l’effetto globale di trompe-l’oeil da iperrealismo dominante. Campeggia sullo sfondo il ritratto di Yan Pei-Ming Bruce Lee, icona del cinema che assurge a nuovo mito del contemporaneo. Seguono acquarelli realizzati da Ming: un trittico in cui sono riconoscibili una Madonna affiancata da Maurizio Cattelan e dallo stesso Ming, nuovi “santi” nell’era postmoderna; ritratti che paiono quasi astratti se visti da vicino e che acquistano invece un nitore straordinario se contemplati a distanza. Nel rivisitare le icone di un Buddha, di un Bruce Lee o di una Madonna, l’artista si inserisce in una linea di continuità con la tradizione pittorico-iconografica di matrice socialista, e manifesta al contempo un atteggiamento decisamente pop. Le sue sono immagini programmaticamente prive di interiorità o spiritualità, soggetti ricorrenti dell’immaginario cinese od occidentale scelti più per il loro valore di icona o di cliché che per ciò che effettivamente rappresentano, senza alcun rimando alla religiosità. Il ritratto di Ming eseguito da Piotr Uklański: forze di pressione, dilatazione, contrazione e schiacciamento vengono esercitate sul soggetto in posa e lo alterano, quasi si trattasse di forze invisibili che percuotono l’intero corpo dalle angolazioni più svariate. Nella terza sala Ming presenta un ciclo pittorico sul tema della morte. La sua tavolozza si schiarisce e vira verso il bianco, colore che per tradizione orientale è legato al lutto, ma anche alla spiritualità, a quella purezza originaria che opera sull’anima come il silenzio assoluto e trabocca di possibilità vive. L’artista insiste nella monocromia, abbraccia una scelta di riduzione cromatica che si avvicina per certi versi a quello spirito dell’arte minimalista votato all’essenzialità e alla purezza.Conclude l’esposizione un maestoso ritratto dell’ultimo imperatore Pu Yi, simbolo della sconfitta dell’uomo moderno: nato imperatore e destinato al ruolo di re fantoccio, egli muore da umile servo.Yan Pei Ming è nato nel 1960 a Shanghai (Cina); vive e lavora a Digione, in Francia. Nel 2003 ha partecipato alla Biennale di Venezia e ha esposto con due mostre personali al Musée des Beaux-Art di Digione e al Musée d'Art et d'Histoire di Ginevra. Anche la Kunsthalle di Mannheim ha ospitato una sua personale nel 2004. Ha inoltre preso parte alla mostra inaugurale del Palazzo delle Arti di Napoli The Giving Person, ha esposto al Musée des Beaux-Art di Digione e al Musée d'Art et d'Histoire di Ginevra. Quest’anno è ospite alla Biennale di Istanbul.Huang Yong Ping nasce nel 1954 a Xiamen, nella provincia cinese del Fujian, e studia all’Accademia delle Belle Arti di Hangzhou. Dal 1989 vive e lavora a Parigi. Ha esposto in molte delle più importanti rassegne dedicate al contemporaneo, fra cui la Biennale di San Paolo e la Biennale di Shanghai, così come nei maggiori musei in Europa, Asia e Stati Uniti. Nel 1999 ha rappresentato, con Jean-Pierre Bertrand, la Francia alla Biennale di Venezia e, nel 1998, è stato finalista del Hugo Boss Prize del Guggenheim Museum di New York.Piotr Uklański è nato a Varsavia nel 1968. Vive tra New York e Varsavia. Ha esposto nei più importanti musei internazionali: Museum of Modern Art New York, Kunstwerke Berlin, Migros Museum Zurigo, The National Museum of Modern Art Kyoto, Kunsthalle Basel. Di particolare rilievo la partecipazione alla 50a edizione della Biennale di Venezia (2003) curata da Francesco Bonami e alla Biennal d’art contemporain de Lyon (2005). Alla Wiener Secession si è appena inaugurata la mostra Piotr Uklański, A Retrospective; prossimamente verrà inaugurata al Musées de la Ville de Strasbourg la mostra personale intitolata The Joy of Photography.
Yan Pei-Ming
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