MASSIMODECARLO TOMOO GOKITA 202509 002
Date
11.09.2025 | 14.11.2025
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COMUNICATO STAMPA
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MASSIMODECARLO è lieta di presentare una mostra personale dell’artista giapponese Tomoo Gokita con un corpus di opere recenti, esposte per la prima volta nell’ottobre 2024 all’ICA di Milano. Radicati nel linguaggio visivo del quotidiano, questi dipinti partono da figure e gesti familiari, per poi deformarli con sottile ambiguità.

Gokita ha iniziato la sua carriera negli anni Novanta, lavorando nel design commerciale, nell’illustrazione editoriale e nel packaging musicale – ambiti in cui chiarezza e immediatezza avevano un ruolo fondamentale. Nel tempo libero, tuttavia, realizzava disegni che rifiutavano ogni leggibilità: ritratti a matita, cupi e deformati, di personaggi immaginari. Questi primi lavori hanno conquistato un seguito di nicchia nella scena artistica underground di Tokyo, e successivamente anche all’estero. Nel 2005, è stato incluso nella mostra Greater New York al MoMA PS1, pur non avendo mai avuto una personale negli Stati Uniti.

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TOM 067 A 001
Amnesia
2024
Tomoo Gokita
TOM 072 A 001
Ventriloquist
2024
Tomoo Gokita

Da allora, Gokita ha costantemente approfondito il proprio linguaggio visivo, abbandonando per anni il colore per poi reintrodurlo con parsimonia nelle opere più recenti. È un artista che trova forza nell’ambiguità – non solo nelle immagini, ma anche nel processo. “Nella mia mente, cerco sempre di partire da zero per evitare di cadere in un’armonia completamente predefinita, creando qualcosa basato su un’intenzione o un piano precedente”, ha dichiarato. “La sorpresa è una necessità nella creazione artistica. Accolgo gli incidenti imprevisti che trascendono la mia immaginazione e mi lascio trasportare dal flusso. Anche gli errori sono benvenuti: dal fallimento nasce il successo”.


La sua sensibilità, ironica e umile, si distingue per il rifiuto di farsi incasellare. Gokita da tempo indaga lo spazio carico di tensione che c’è tra leggibilità e perdita, prendendo liberamente spunto da fonti popolari – manifesti di wrestling, pin-up vintage, fotografie promozionali – e rovesciandoli completamente. I volti sono sfocati, gli occhi cancellati, gli arti ridotti a mere suggestioni. Eppure, ciò che può sembrare una cancellazione, a uno sguardo più attento appare come una forma di cura. Gokita non dipinge ciò che si vede, ma ciò che sta svanendo: l’impressione lasciata da un’immagine un tempo conosciuta, o immaginata.

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In questi nuovi lavori, l’artista prende spunto dalla quotidianità: gesti ordinari, ambientazioni banali e ruoli apparentemente familiari. In opere come Doctor and Patient o Ventriloquist, Gokita reinterpreta questi accostamenti comuni con un’assurdità sottile, spostandoli quel tanto che basta per renderli al contempo riconoscibili e onirici. Anche in tele di grande formato come Amnesia, il soggetto sembra sospeso, personale e stranamente generico al tempo stesso, come un déjà vu dai contorni sfumati. È proprio in questo registro dell’ordinario dal carattere straniante, che Gokita risulta forse più incisivo: ci ricorda che anche il quotidiano è colmo d’illusione.




Le opere di Gokita restano volutamente in bilico tra figurazione e cancellazione, ironia e sincerità. Coinvolgono lo spettatore in una sorta di caduta visiva, dove il riconoscimento sfugge e il significato lascia spazio all’atmosfera e all’emozione. L’immagine non è mai fissa: è qualcosa da interrogare, deformare, perfino disimparare. Ciò che resta non è il volto, ma l’impressione; non il soggetto, ma la traccia che lascia dietro di sé.

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Tomoo Gokita 5 UF Eeh
Tomoo Gokita

Tomoo Gokita è nato nel 1969 a Tokyo, in Giappone, dove attualmente vive e lavora.


Ormai uno dei principali artisti giapponesi contemporanei sulla scena artistica internazionale, ha iniziato come designer negli anni '90, producendo una serie di libri di carta da giornale, alcuni dei quali hanno raggiunto lo status di cult, come Lingerie Wrestling (2000). Nel 2000 abbandona la grafica e si dedica interamente alla pittura. Il suo lavoro è ispirato alle sottoculture giapponesi e americane degli anni '60 e '70, nonché a riviste vintage, immagini di film, pornografia e cartoline.


Combinando pennellate astratte ed espressive, figure deformate e immagini di basso profilo, le opere di Gokita sono tele cariche di emozioni. Sebbene sia ampiamente noto per aver lavorato in scala di grigi, il colore è stato una caratteristica ricorrente della sua pratica sin dall'inizio della sua carriera. Indipendentemente dal fatto che lavorino in scala di grigi o a colori, i dipinti di Gokita sono stati a lungo caratterizzati dal loro soggetto psicologicamente carico. I soggetti dei suoi dipinti sono infatti ritratti inquietanti, nature morte inquietanti e astrazioni oniriche.