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Urs Fischer/Rudolf Stingel

Date
30.11.2006 | 20.01.2007
Location
Massimo De Carlo, Milano
Gli spazi della Galleria Massimo De Carlo sono stati completamente trasformati dalle opere di Urs Fischer e Rudolf Stingel. L'invito della mostra - una foto dei loro studi adiacenti a New York - già preannuncia la collaborazione tra i due artisti.Nella prima sala il pavimento è completamente rivestito da una moquette che Rudolf Stingel ha prodotto stampando l'immagine in bianco e nero di un antico tappeto persiano. La copertura del pavimento, concepito come un vero e proprio dipinto, è uno dei lavori tipici dell'artista. Stingel opera sui limiti visibili dello spazio (muri, pavimenti, passaggi), tracciando una linea sottile della sua presenza. Al centro della stanza c'è Nach Jugendstiel kam Roccoko di Urs Fischer: un pacchetto di sigarette vuoto e misteriosamente animato che volteggia nell'aria. Il titolo del lavoro, volutamente storpiato in tedesco, stravolge la classica storia degli stili artistici, “Dopo l'Art Nouveau arrivò il Roccocò”.La porta che collega la prima sala alla seconda è opera di Fischer. Implementare oggetti di vita quotidiana è una delle modalità tipiche dell'artista, che gioca sul senso di spaesamento e sottopone alcuni elementi ad una mutazione materiale e sostanziale: in questo caso la porta, che potrebbe sembrare assolutamente ordinaria, è in realtà il risultato di una fusione in alluminio. Fischer gioca con una svariata gamma di tecniche formali e concettuali, minando alle fondamenta qualsiasi aspettativa e tentativo di facile interpretazione: i generi artistici classici che lui utilizza sono semplicemente utili, gli offrono una cornice valida entro la quale effettuare la sua ricerca dei mezzi di trasgressione dei limiti tradizionali. Dal lato opposto, in contrasto con la bianca superficie della stanza vuota, Rudolf Stingel crea uno stipite laccato nero come se fosse un pianoforte a coda.Nella terza sala al piano superiore sono state costruite delle piccole stanze dal soffitto ribassato, collegate da altre quattro porte di Urs Fischer, apparentemente “normali” ma in realtà dall'imponente struttura in alluminio. Al centro delle pareti delle diverse stanze si trova la serie di cinque autoritratti di Rudolf Stingel; i cinque quadri presentano la medesima immagine in cui l'artista è in primo piano con il volto chinato davanti alle candele accese di una solitaria festa di compleanno. Questi lavori si distaccano dalle sue celebri pitture astratte e rappresentano un momento importante di auto-coscienza e introspezione, ma anche di messa in discussione della propria identità di artista.I lavori di Urs Fischer e Rudolf Stingel sono stati esposti insieme anche in occasione della Whitney Biennial 2006, presso il Whitney Museum di New York.“After spending half my life as an artist doing research and trying to throw answers into the global questioning of art, I wanted to do something, something more psychological… The only activity in this paintings is self-doubt. ”Rudolf Stingel“There are two visual extremes which are most frequently represented: extreme ugliness and extreme beauty. The work I make lies in between the two, so that the viewer has to engage more keenly.”Urs FischerUrs Fischer è nato a Zurigo nel 1973, vive e lavora a New York. Tra le sue più recenti esposizioni personali ricordiamo nel 2006 Paris 1919 presso il Museum Boijmans van Beuningen di Rotterdam e Mary Poppins alla Blaffer Gallery, the Art Museum of the University of Houston, in Texas. Nel 2005 Jet Set Lady a Milano presso la Fondazione Trussardi e nel 2004 Kir Royal alla Kunsthaus di Zurigo. Tra le esposizioni collettive ricordiamo nel 2006 la Whitney Biennial Day for Night presso il Whitney Museum a New York, la mostra Where are we going? a Palazzo Grassi, Venezia. Nel 2005 ha partecipato alla mostra itinerante Universal Experience: Art, Life, and the Tourist's Eye che ha avuto inizio al Museum of Contemporary Art di Chicago e nel 2003 alla Biennale di Venezia Sogni e Conflitti: la Dittatura dello Spettatore.Rudolf Stingel è nato a Merano nel 1956, vive e lavora a New York. Tra i suoi ultimi progetti ricordiamo nel 2006 la mostra presso la Inverleith House nel giardino botanico di Edimburgo e l'installazione nella città di Bolzano durante il festival Con-sens. Nel 2004 la personale Home Depot presso il Museum für Modern Kunst di Francoforte. Tra le principali esposizioni collettive, nel 2006 ha partecipato alla Whitney Biennial presso il Whitney Museum di New York, Infinite Painting presso Villa Manin e la mostra Where are we going? a Palazzo Grassi, Venezia, Nel 2005 ha partecipato alla mostra itinerante Universal Experience: Art, Life, and the Tourist's Eye che ha avuto inizio al Museum of Contemporary Art di Chicago e nel 2003 ha preso parte a “Ritardi e rivoluzioni” a cura di Franceso Bonami e Daniel Birnbaum, nell'ambito di alla Biennale di Venezia Sogni e Conflitti: la Dittatura dello Spettatore.
Rudolf Stingel
Rudolf Stingel

Rudolf Stingel è nato nel 1956 a Merano, Italia; vive e lavora tra New York e Merano.


Stingel è un artista concettuale noto soprattutto per installazioni che ricoprono gli spazi espositivi con tappeti monocromatici. Nato a Merano, Stingel è salito alla ribalta alla fine degli anni '80 per i suoi dipinti monocromatici argentati con tonalità di rosso, giallo o blu.


Nel 1989, Stingel presenta Instructions, un manuale disponibile in diverse lingue che illustra il processo di realizzazione di uno dei suoi dipinti argentati, tele astratte con sottotoni di rosso, giallo o blu.


Negli anni '90, Stingel ha iniziato a produrre dipinti astratti applicando un singolo colore sulla tela e poi spruzzando vernice argentata attraverso pezzi di garza. Allo stesso modo, le sue opere su carta utilizzano una tecnica analoga, applicando la vernice ad olio attraverso il tulle.


Molte delle stampe e delle installazioni di Stingel sfidano la nozione tradizionale di paternità nell'arte, evidenziando la natura democratica e collaborativa del processo artistico. Altre installazioni di Stingel incorporano una vasta gamma di materiali, tra cui polistirolo, tappeti e poliuretano fuso.


In occasiona, di una sua retrospettiva al Museum of Contemporary Art di Chicago nel 2007, Stingel ha rivestito le pareti con Celotex metallico, incoraggiando i visitatori a incidere la morbida superficie, così da confondere i confini tra l'interazione dell'artista e del pubblico.


Le opere di Stingel sono presenti in numerose collezioni pubbliche, tra cui la François Pinault Collection Centre Georges Pompidou, Parigi; la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; il Museion – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Bolzano; il MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, Roma; la Beyeler Foundation, Basilea; la Tate Modern, Londra; l'Art Institute di Chicago, Chicago; il Crystal Bridges Museum of American Art, Bentonville; De la Cruz Collection, Miami; l'Harvard Art Museum, Cambridge; il MOCA - Museum of Contemporary Art, Chicago; il MoMA – Museum of Modern Art, New York; The Broad, Los Angeles; il Walker Art Center, Minneapolis e il Whitney Museum of American Art, New York.