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Alighiero Boetti

Date
26.04.2012 | 29.05.2012
Galleria
London
Alighiero Boetti

Nato nel 1940, Boetti si è inizialmente allineato al movimento dell'Arte Povera prima di intraprendere una propria strada artistica.


Alla ricerca di un'esperienza rivelatrice, Boetti trovò ispirazione nella città di Kabul, in Afghanistan. Il suo primo incontro con la città, nel 1971, segnò l'inizio di un legame profondo che avrebbe segnato il percorso creativo di Boetti per i successivi 23 anni, fino alla sua scomparsa nel 1994. Più che un semplice viaggiatore, Boetti si è immerso nel tessuto culturale di Kabul, arrivando a fondare il rinomato One Hotel e facendo visite ricorrenti fino a quando la regione non è stata sconvolta dall'invasione sovietica nel 1979.


Le straordinarie collaborazioni di Boetti con le artigiane afghane rimangono le sue realizzazioni più notevoli. Incaricandole di creare monumentali ricami, le artigiane incarnarono l'essenza della visione artistica di Boetti.


Artista concettuale e versatile, Boetti ha prodotto una grande varietà di opere d'arte, delegando ad altri l'esecuzione manuale di alcune tipologie specifiche, sempre seguendo "regole del gioco" ben precise e persino principi elevati come "Il caso e la necessità" del Premio Nobel 1971 Jacques Monod.


Tra questi pezzi, i Monocromi a biro (blu, nero, rosso, verde) con una scrittura codificata bianca che fuoriesce dalla superficie colorata uniformemente scarabocchiata; oppure gli arazzi ricamati su stoffa, non solo i Mappamondi ma anche i "Quadrati magici" multicolori di testi scritti in italiano e in persiano e i "Tutto", fitti puzzle in cui si trova davvero di tutto (sagome di giornali, figure di animali e forme di oggetti domestici...).


Alighiero Boetti ha esposto le sue opere nelle mostre più prestigiose ed emblematiche della sua generazione, da "Quando gli atteggiamenti diventano forma" (1969) a "Contemporanea" (Roma 1973), da "Identité Italienne" (Parigi, 1981) a "The Italian Metamorphosis 1943-1968" (Guggenheim Museum New York, 1994). Le sue opere sono state esposte in sei edizioni della Biennale di Venezia; la sua sala personale nell'edizione del 1990 è stata insignita di un premio speciale, mentre nell'edizione del 2001 è stata presentata una mostra omaggio postuma.

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